lunedì 12 novembre 2012

#MozFest London - Report: Tre giorni intensi al Mozilla Festival 2012




Sono a Londra da più di un mese e in così poco tempo posso confermare con i fatti chi mi metteva in guardia su questa splendida realtà, dove la quantità e qualità degli eventi è alquanto disarmante. Il primo legame con il Mozilla Festival 2012 ha inizio con il tweet che vedete nell'immagine in alto, prima di pranzare a casa mia insieme a Francesco. Data la vicinanza con l'evento a una sola fermata di metro, dopo aver digerito il pranzo ci siamo diretti al Rovensbourne e scopriamo che l'evento è a pagamento, per cui, Francesco decide di non entrare, non essendo il suo campo d'interesse, mentre io non esito ad iscrivermi ed entrare. 


La Ravensbourne è una struttura davvero affascinante, situata a pochi passi dall'02 Arena, all'interno ospita un'università con corsi in digital media e design, tanto per fare un esempio altisonante: questo posto è stato frequentato da David Bowie. Soltanto questo mi basta per sentirmi su di giri. Detto ciò, vi riporto per iscritto e in modo fedele tutto ciò che mi è accaduto durante questi tre giorni fantastici passati a curiosare nel mondo dei geni informatici provenienti da tutto il mondo. Il racconto che segue è stato scritto di getto tra una pausa e l'altra, durante le attese o nei momenti vuoti, per cui consideratelo per quello che è: il racconto di un blogger che ha avuto a che fare con la tecnologia che viene sviluppata dal vivo.

Prima giornata (9 novembre 2012)

Alle 18:00 è iniziato il party introduttivo, mi sono diretto subito nel salone principale appena terminata l'iscrizione nell'atrio situato al Piano 0 previo pagamento di 40£ = 60$ che mi ha permesso di ricevere il pass personalizzato del festival valido per tutte le giornate e che da diritto a drinks, aperitivi, colazioni e pranzi. La cosa che colpisce da subito è il dirigibile "Air Mozilla" radiocomandato con webcam incorporata situato nella sala principale. Giusto il tempo di prendere dimestichezza con il Wi-fi del posto e mi rendo conto che l'ambiente che mi circonda è molto ampio e confortevole, con una buona presenza di pubblico che fa su e giù per i tre dei nove piani aperti dell'edificio. Nel secondo piano, in cui mi trovo adesso vengono serviti cocktail e piccoli assaggi che accompagnano la visita delle tante presentazioni, di progetti visualizzati su schermi al plasma collegati dai pc degli espositori. Vengo colpito subito da un ragazzino che in una tavola di vetro permette di creare frasi con pezzi di cartone da incastrare come puzzle; le frasi create vengono catturate attraverso il QrCode presente dietro le singole parole, così che nel web si creano i movimenti del gioco online che consiste in una volpe in un labirinto.


Al terzo piano d'interessante ho trovato una ragazza che permette di suonare le banane con il computer, del progetto {CodeClub}, oppure un gruppo di giapponesi che permettono attraverso un pc di creare dei cocktail da bere. 
Il team di Mozilla si riconosce perché a farne parte sono coloro che indossano un camice come a specificare che sono dei veri scienziati, mentre gli altri membri dell'organizzazione hanno chi una maglia blu e chi rossa con il simbolo di "Mozilla Webmaker", ne sono tanti e quasi tutti disponibili e sorridenti. Dopo aver esplorato tutto l'edificio mi siedo per la prima volta nell'area dei media, situata nel secondo piano vicino al bar e cerco di studiarmi il programma approfittando di questo momento anche per iscrivermi a Lanyrd, un social network appositamente creato per le conferenze.


Seconda giornata (10 novembre 2012)

Oggi è sabato e sta piovendo. Arrivo in ritardo, alle 10:30 e trovo già attive moltissime aree, dal primo al nono piano con laboratori creativi e conferenze, il tutto gestito in modo libero da giovani studenti, ricercatori, developers, hackers che ruotano attorno al mondo di Mozilla o che hanno altri tipi di collegamenti con ciò che Mozilla ha permesso e permette tutt'ora di realizzare.

Okey, dopo aver perso il conto dei piani, mi ritrovo diciamo al penultimo, tipo l'ottavo in cui ci sono le aree Hackable Games, mi sono appena seduto a una "lezione" di un giovane che sta mostrando le sue tecniche di html per lo sviluppo del suo progetto. Arrivo al nono piano dopo una pausa caffè + banana (ci sono: frutta, bottigliette d'acqua e caramelle ovunque mi giri), risalendo però con l'ascensore nei laboratori e conferenze su Open Knowledge Foundation ed altri del Source Code For Journalism. Dalle finestre tondeggianti, da qui in alto si vede molto bene la funivia che attraversa la parte est sul Tamigi. Quest'area è suddivisa in due laboratori, sono le 12:00 in punto e mi accorgo solo ora che il Festival è pieno di spettatori ed addetti ai lavori, diciamo di esperti. Nel mio piccolo mi sento un timido spettatore, quindi  mi siedo in disparte a una lezione di HTML for Journalism, dopo pochi minuti Erika Owens mi viene a chiedere se ho bisogno di informazioni. Nel frattempo che non ci sto capendo niente twitto un po' di roba con l'hashtag #mozfest e ritrovo su Twitter molte delle persone che ho incrociato con lo sguardo salendo le scale. Decido che forse è arrivato il momento di chiedere aiuto, viene in mio soccorso Nicola Hughes (giornalista del Guardian), mi illustra Mozilla Thimble; mentre cerca di spiegarmi come modificare l'Html mi chiede se il mio è un mac italiano, perché non riesce a trovare il tasto slash, al momento faccio difficoltà anch'io, poi dopo alcuni secondi lo trovo, è il tasto 7 (ridiamo).  

Mi dirigo verso "Visualizing the Viral Impact of Creative Commons", ascolto per pochi minuti, mi annoio e scendo giù. Devo attendere un'oretta prima che inizi la conferenza di Internet Archive, forse la più che mi interessa dato che utilizzo il portale per la mia Netlabel. Inizia alle 14:00 nell'area sottostante chiamata: #popcornjs (dove all'ingresso è posizionata una macchina per fare popcorn). Decido che forse è il caso di pranzare, ma dal primo piano vedo che c'è una fila lunghissima per cui sono indeciso se scendere. Sono le 13:30 e credo di non farcela, ma opto per mettere qualcosa sotto i denti. Mentre faccio la fila ne approfitto per prendere la sacca rossa gratuita del festival, che contiene una bottiglietta d'acqua, la rivista Time Out London, una tartarughina giocattolo.

La cucina del Mozilla Festival è davvero squisita, i pasti sono self service ed hanno una buonissima scelta anche per vegetariani e vegani, io opto per cous cous, tortilla di patate, come contorno insalata e da bere spremuta d'arancia. Mentre sto mangiando si siede un ragazzo che si presenta immediatamente, lui è un ingegnere di Berlino, venuto appositamente per il festival. Termino in perfetto orario, alle 14:00 sono su a seguire la conferenza. Dopo circa una mezz'ora dall'introduzione, siamo stati suddivisi in classi, io sono rientrato in quella "tecnica" per via dell'uso di Internet Archive per Yo! Netlabel. 
Durante la fase di sviluppo di un'idea nuova, ho chiesto assistenza per l'upload della nuova release di "Yo!" (che dovrebbe uscire a giorni e che vi "linkerò" appena pronta). Una cosa che non mi sarei mai aspettato era di preparare quest'uscita insieme ai membri di Internet Archive, forse perché ha sede negli Stati Uniti o forse perché rientrano nella categoria: "I misteri della vita". Ancora più assurdo è il fatto che li ho citati nella mia tesi di laurea che ho discusso l'estate scorsa. Dunque, a parte questo particolare, ho praticamente rilasciato il nuovo Ep di Nye, giovane musicista americano durante il Mozilla Festival, penso sia una cosa fantastica. Sono passate due ore, volatilizzatesi e ho come la sensazione che potrei anche fermarmi qui e tornare a casa, ma in modo del tutto assoluto vorrei che queste ore non finissero mai. Fare parte di un team di geni informatici mi ha proiettato in una dimensione incredibile, fatta di menti fresche, al passo con i tempi e totalmente competenti nel settore di cui fanno parte. In questo mi sento un felice ignorante, che osserva come se stesse nel paese dei balocchi. Mi guardo attorno, neanche la lingua è più un problema, sento parlare velocemente tutti quanti in americano, stento a capire ciò che mi sta succedendo dato che pochi mesi fa ero in un piccolo paesino abruzzese a girarmi i pollici.
Torno con i piedi per terra, sono le 17:00 ed è ora di andare ad esplorare nuove dimensioni. Dò uno sguardo al programma e vorrei sdoppiarmi in cinque persone per seguire contemporaneamente più conferenze. Mi aggiro con la consapevolezza che qualsiasi cosa avrò modo di fare potrebbe cambiare la mia vita. Decido di andare nel salone principale dove ci sarà una conferenza aperta ad ogni settore…

Forse la cosa più bella, inaspettata che mi sia capitata in questo Festival è stata una situazione in cui mi sono trovato poco fa e che non ha nulla a che fare con la tecnologia, ma è assolutamente tra le cose più sofisticate che la vita ci ha dato in dotazione [da non fraintendere, parlo con te, sai chi sei]. Ma questo ve lo racconterò in un altro momento. Al termine della giornata non poteva mancare però un piccolo inconveniente. In serata c'era un Party su una barca che aveva vari passaggi al molo per prelevare i partecipanti del Festival, ma ho perso l'ultima fermata perché sono arrivato in ritardo all'appuntamento. Sigh!

Terza giornata (11 novembre 2012)

Arrivo alle 11:00 alla terza giornata di Festival; mi fermo subito a prendere un caffè espresso che devo ammettere era tremendo, in compenso ho assaggiato delle tortine salate con i fagioli davvero buoni. Così è iniziata la mia ultima giornata nella Ravensbourne. In questo momento sto scrivendo dall'area Media Tent. Mi studio il programma e credo che mi seguirò nella Zona 703 la conferenza dal titolo: "Build an Augmented Reality learning tool with CodeCards". 


La foto (scattata da un'addetta dell'area) mostra me alle prese di un progetto con i due organizzatori del laboratorio e membri di DECODED (Alasdair Blackwell e Joe Dytrych) insieme agli altri partecipanti abbiamo cercato di proporre un'idea a turno sul progetto, con il mio inglese da prima elementare ho cercato di indirizzare gli altri verso la musica, dato che il gioco che stavamo analizzando non aveva l'audio. Sul mio post-it c'era scritto: "Music #samples, the complete puzzle is a song". Dai volti è stata giudicata interessante ma per mancanza di tempo il gruppo si è concentrato interamente sull'aspetto tecnico del gioco e della sua scrittura in Javascript.

Vado a pranzare alle 14:05 e non trovo la fila, il self service è scorrevole. Il piatto di oggi è composto da Halloumi con melanzane e zucchine, patate al forno, contorno di cetrioli e pachini, una piccola pagnotta di pane, uno spicchio di torta salata con ricotta dolce e peperoni rossi, da bere l'immancabile spremuta d'arance ed infine come frutta, una banana. Un piatto che ha alimentato la mia grande sete vegetariana (scusatemi per il gioco di parole, mi piace essere naturale).
Alle 14:30 sono già su on line a vedere quale scelta mi attende. È difficile, impiego un paio di minuti poi opto a partecipare nell'Area 903 alla conferenza: "Wisualizing Relationship - Journalistic problems in a digital age".
Dopo aver abbandonato il corso per dedicarmi a qualcosa di meno teorico e più stimolante, scendo a prendermi un "caffè" e torno in area Media Tent che stranamente è poco affollata, in realtà oggi c'è meno gente rispetto a ieri, nei visi degli organizzatori trovo un accenno di stanchezza. Dalla mia postazione vedo chi sta al bar e mi pare di aver incrociato con lo sguardo addirittura Jeremie Zimmermann, un'importante hacktivista francese, (guarda questo video se vuoi sapere di cosa si occupa). Sono tornato nel salone principale dove hanno allestito la sala per la conclusione del festival; sono stati posizionati i tavolini per l'esposizione dei lavori realizzati durante le tre giornate. Dopo essermi preso una birra, mentre osservavo i progetti realizzati nel salone, incontro Jeremie e gli chiedo se è possibile scattagli una foto, lui accetta ad una condizione: solo se può farsi un po' di propaganda.


Stendere delle conclusioni subito dopo aver incontrato un personaggio importante con il quale non avrei mai immaginato d'interloquire, è di una difficoltà unica. Ancor più se costui mi ha riempito le tasche di adesivi simbolo delle sue proteste.

Che cosa si può dire quando si ha a che fare con persone che stanno scrivendo la storia di un mezzo di comunicazione di massa? Niente!

In queste tre giornate totalmente inattese è stato per me tutto un susseguirsi di eventi mai vissuti precedentemente. Un plauso va all'organizzazione, impeccabile in ogni situazione ed ai tanti che hanno reso speciale un evento che non credo dimenticherò tanto facilmente. Come ho scritto appena sono tornato a casa su Twitter: "Sono felice come quando i miei zii mi regalarono per la prima volta un computer alla mia prima ed ultima comunione". Un collegamento appropriato che ripercorre dal punto di partenza verso la mia vita da geek informatico. 





Nessun commento: